Open Fiber cavalca la banda ultralarga

La società di Enel e Cdp vince il bando Infratel per cablare le aree «bianche» dell’Emilia Romagna e investe altri 238 milioni in accordo con la Regione per portare la fibra ottica nelle abitazioni delle 10 principali città. Entro il 2018 il 75% delle case saranno collegate a 1 gigabite

di Gian Basilio Nieddu

 

C’è da tenere il passo con l’Europa Digitale e con i tempi della Gigabyte Society. L’Italia, però, arranca e la Commissione Europea, nell’ ultima relazione semestrale,   usa la matita rossa per sottolineare come, secondo dati del 2016, solo  il 67% degli italiani usi regolarmente Internet contro una media Ue pari al 79%. Un bel gap. L’altro gap riguarda l’infrastruttura per coprire il territorio con la banda ultralarga, cioè Internet superveloce. Anche qui siamo dietro agli altri paesi europei, 54 esimi nel mondo con una velocità media di connessione di 8,2 Megabit al secondo contro i 29 della Corea del Sud, i 20 di Svezia e Norvegia, ma anche i 16 di Bulgaria e Romania. Dunque perdiamo competitività sul fronte della Industria 4.0, i servizi 4.0 stentano a decollare, l’e-commerce non ha ancora volumi paragonabili al resto dell’Europa. E questo, dicono le stime, toglie fra il 10 e il 20% del fatturato alle nostre imprese. Eppure in Emilia-Romagna qualcosa si muove. Il 17 febbraio scorso a Bologna è stato siglato l’ accordo tra la Regione, Lepida spa (società in house della Regione) e Open Fiber (società compartecipata da Enel e Cassa depositi e prestiti che ha assorbito Metroweb) per dotare di banda ultralarga (1gigabit al secondo) altre dieci città emiliano-romagnole: Cesena, Piacenza, Forlì, Ferrara, Rimini, Ravenna, Reggio Emilia, Imola, Modena e Parma. Sono buone notizie. La partita non riguarda Bologna perché sotto le Due Torri si è già praticamente concluso il processo di cablaggio della città, sia da parte della stessa Open Fiber che ha ereditato la rete Metroweb, sia autonomamente dalla concorrente Telecom, e ormai non mancano le offerte degli operatori. Tuttavia restano scoperte alcune aree del  territorio urbano ritenute ancora non sufficientemente appetibili dai privati perché non redditizie (le cosiddette aree a fallimento di mercato).

 Il progetto

Per la costruzione dell’infrastruttura telematica dei 9 capoluoghi di provincia più Imola Open Fiber investirà 238 milioni di euro. L’obiettivo dichiarato è connettere il 70% delle abitazioni e delle imprese con la banda ultra veloce attraverso la modalità FTTH (fiber to the home)  ovvero il cavo in fibra direttamente dentro le singole abitazioni o gli uffici. Niente più doppino in rame il che permette di evitare dispersioni che al crescere della distanza percorsa dalla centralina di zona, riducono pesantemente la velocità di trasmissione. Inoltre cala la frequenza dei guasti. C’è ottimismo sui tempi della realizzazione del piano: due anni. Per il 2018, quindi, in Emilia-Romagna si lavorerà veloci sul web. Questo il cronoprogramma presentato da Guido Garrone, responsabile network operations Polo Milano di Open Fiber, che così ne spiega i motivi: «Per la posa dei cavi in fibra ottica è previsto l’ utilizzo delle infrastrutture già esistenti. Enel porta in dote le sue, poi pensiamo a quelle di Hera e di altre aziende presenti nella città». Stesso discorso per Lepida che «potrà concedere l’uso di infrastrutture preesistenti nelle aree comunali per la posa dei cavi in fibra ottica e per l’installazione di apparecchiature da parte di Open Fiber» Una scelta che si traduce in meno permessi, autorizzazioni, studi, relazioni e tutti quei timbri burocratici che troppo spesso allungano la vita dei cantieri italiani. Un altro vantaggio è la riduzione degli scavi e,quindi, degli inevitabili disagi alla circolazione stradale. Sul fronte delle autorizzazioni è fondamentale la collaborazione con le dieci amministrazioni coinvolte. A questo proposito Regione e Lepida si sono impegnati nella semplificazione dei procedimenti amministrativi per il rilascio dei permessi e delle autorizzazioni da parte degli enti locali. Chiusi i lavori, la partita non sarà finita. La palla passerà agli operatori delle telecomunicazioni: la rete sarà aperta a tutti quelli attivi sul mercato per la commercializzazione dei servizi ai clienti finali.

La rete per i piccoli comuni

Nel restante territorio regionale agirà invece la mano pubblica, attraverso la società di scopo Infratel. Stiamo parlando delle cosiddette aree bianche o a fallimento di mercato dove gli operatori privati non hanno intenzione di fare investimenti. Per questi territori si è appena concluso il bando con la vittoria, seppure in modalità provvisoria, della stessa Open Fiber; si tratta di investimenti per altri 255 milioni di euro. Anche in questo caso è fondamentale operare in tempi brevi. Assicurazioni su un veloce cronoprogramma arrivano dall’ assessore regionale all’ agenda digitale Raffaele Donini: «Abbiamo detto ai Comuni in tono minaccioso, ma nel loro interesse, che abbiamo fretta, se non si sbrigano passiamo ad altri Comuni e chi è in ritardo va in coda».  Non si aspettano i ritardatari. Su questo fronte il direttore generale di Lepida Gianluca Mazzini spiega così il lavoro di concertazione: «333 enti pubblici e locali hanno già  firmato per garantire di concedere i permessi entro 30 giorni». Il piano si articola su  quattro anni, il traguardo è previsto nel 2020, e sono state già fissate le diverse tappe come si può leggere nel sito di Lepida, dove è possibile conoscere anche gli interventi paese per paese. La rete garantirà l’erogazione ai cittadini di un servizio di almeno 30 Mbps, quello alle imprese di almeno 100. Un buon passo verso il futuro.

Aumenta il Wi-Fi

Nelle righe precedenti abbiamo illustrato i piani per il futuro, ma sulle reti ultra veloci c’è già un gran lavoro fatto. «La Regione attraverso Lepida ha posato, dal 2004 ad oggi, 180 mila chilometri di fibra ottica – i numeri sono dell’ assessore Donini -, connesso in fibra quasi 3000 sedi e uffici della pubblica amministrazione ed in particolare Province, Comuni, Aziende ospedaliere ed Ausl, poi oltre 800 scuole raggiunte da reti da 1 Gbps. Infine 1.700 punti Wi-Fi che diventeranno 2.400 entro la fine dell’ anno».  Si è fatto, tanto c’ è da fare ma la Gigabyte Society in Emilia-Romagna è sempre più vicina con il passaggio dalla vendita dei servizi in modalità B2B a quella retail.