Cifin acquisisce Imecon e diventa “Voilàp holding”

Nuova acquisizione e ridenominazione in “Voilàp holding” per il gruppo modenese Cifin. La società del vicepresidente di Confindustria Emilia Centro Valter Caiumi ha acquisito il 70% del capitale di Imecon Engineering, azienda con sede a Milano specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche integrate – totem e grandi schermi – a supporto del retail, dell’informazione e del digital advertising. Si tratta di un ulteriore tassello dell’evoluzione di Cifin verso il digitale e la città intelligente come leader nella progettazione, produzione e distribuzione di tecnologie per la lavorazione di profili in alluminio, PVC e Acciaio nonché per la lavorazione del vetro. Il presidente Caiumi dichiara: «Questa acquisizione non solo ci rafforza reciprocamente grazie alle competenze e al know-how dei fondatori di Imecon e dei loro collaboratori, ma completa questa fase dell’evoluzione del gruppo, posizionandolo in prima fila tra coloro che contribuiscono a raggiungere i risultati ambiti dalle “città intelligenti”».

Quattror (CdP) rileva dai Zannoni il controllo di Ceramiche Richetti

Il fondo di CdP, Inail e Inarcassa QuattroR ha rilevato da Fincisa il controllo del Gruppo Ceramiche Richetti, quotato in Borsa. L’operazione è finalizzata a supportare il rilancio delle aziende del gruppo rafforzandone la struttura finanziaria e patrimoniale. L’accordo prevede il passaggio a una NewCo del 62,4% del capitale attualmente nelle mani della famiglia Zannoni, titolare storica del gruppo. La Newco vedrà QuattroR in maggioranza e i Zannoni in minoranza. Entrambi gli azionisti parteciperanno pro quota a un rifinanziamento della nuova società per 40,45 milioni che servirà anche a lanciare un’Opa totalitaria sul capitale residuo. Tutta l’operazione è condizionata al raggiungimento di un accordo con le banche creditrici per la ristrutturazione del debito. Saranno inoltre confermati gli attuali vertici, l’AD Maurizio Piglione e il DG Matteo Davoli, ai quali sarà offerta la possibilità di co-investire nel capitale di NewCo.

Ex Bredamenarini in crisi. Si riparla di nazionalizzazione

Estate di passione per lo stabilimento ex Bredamenarini di Bologna, con la crisi sempre più forte da parte di Industria Italiana Autobus. A luglio i 150 lavoratori, che rimangono a forte rischio, hanno percepito solo il 70% dello stipendio e restano in forte dubbio i pagamenti di agosto. Una situazione sempre più nera in via San Donato e ancora in via di definizione, con la richiesta di un tavolo urgente chiesto al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è arrivato a chiedere un intervento del governo per nazionalizzare la fabbrica e rilanciarla nella produzione di bus di ultima generazione. Al governatore è arrivata la sponda della Fiom, che ha ipotizzato il possibile intervento di Finmeccanica per ricapitalizzare la società con 10 milioni di euro. Sullo sfondo resta anche il possibile interesse di imprenditori locali, come la famiglia Gruppioni legata alla multinazionale Sira di Pianoro.

Il governo gialloverde affossa il progetto del Passante di Mezzo

Il nuovo governo Lega-M5S mette una pietra tombale sul Passante di Mezzo, l’allargamento in sede dell’asse tangenziale-autostrada di Bologna. Il ministro dei Trasporti, pentastellato Danilo Toninelli, ha infatti rinviato a data da destinarsi la Conferenza dei servizi che doveva vedere convocati a Roma gli enti locali bolognesi e regionali per ottenere il via libera definitivo al progetto. La situazione di stallo ha scatenato la rabbia della Città metropolitana, del Comune e della Regione ma anche la preoccupazione delle associazioni economiche che chiedono con forza nuove infrastrutture per superare i problemi del nodo di Bologna. Il Mit a trazione grillina però sposa la linea di evitare nuovo consumo di suolo e starebbe lavorando a due soluzioni alternative: la banalizzazione, ovvero l’unione di tangenziale e autostrada in un’unica sede stradale, oppure la cosiddetta terza corsia dinamica in tangenziale, seguendo il modello di quella realizzata in autostrada. Il tira e molla, tra il centrosinistra e l’alleanza Lega-M5S a Roma andrà avanti sicuramente per tutto l’autunno. Nel frattempo però, il leader leghista Matteo Salvini ha anche rilanciato la possibilità di realizzare il Passante Sud, un tunnel lungo almeno 10 chilometri nell’area collinare dell’hinterland bolognese a sud. Una scelta osteggiata dal Pd e considerata, anche sulla base di studi passati, irrealizzabile e dannosa.

Aeroporto di Bologna. Addio Cina, benvenuti Usa

Il Marconi saluta momentaneamente la Cina è dà il benvenuto agli Stati Uniti. La compagnia italiana Blue Panorama ha infatti deciso di fermare i voli charter con la Cina in partenza dall’aeroporto bolognese, denunciando un «sistematico squilibrio di trattamento» da parte cinese; ma lo scalo intende proseguire nel Programma Cina, cercando nuove partnership per riprendere in tempi brevi i voli visto il forte interesse dei turisti cinesi. La collaborazione con il tour operator cinese Phoenix Travel Worldwide, secondo Blue Panorama è stata chiusa a causa «delle insuperabili difficoltà autorizzative» delle autorità aeronautiche cinesi. Per il Marconi però l’obiettivo rimane quello di avere dei voli di linea regolari con il gigante asiatico. L’estate ha però portato American Airlines ad annunciare il nuovo volo che collegherà Bologna con Philadelphia, dal 6 giugno 2019 e in vendita dal 27 agosto 2018. Se ne dice «entusiasta» Angelo Camilletti, manager Sales Southeast Europe della compagnia aerea, che conterà così «10 voli diretti verso gli Stati Uniti nella stagione estiva 2019». Il nuovo volo diretto da Bologna a Philadelphia, uno dei grandi hub di American, è parte del piano di ampliamento del suo network europeo per la prossima stagione estiva, che prevede tre nuove destinazioni (anche Berlino e Dubrovnik). I nuovi voli stagionali saranno disponibili da giugno a settembre, con aerei Boeing 767-300. «È una straordinaria opportunità di sviluppo», rileva il presidente di AdB, Enrico Postacchini.

Si rivedono i profitti nella semestrale Unipol

Unipol ha chiuso il primo semestre con un utile di 644 milioni di euro, a fronte della perdita di 390 milioni dello stesso periodo del 2017, esercizio caratterizzato dagli accantonamenti straordinari per Unipol Banca. Il risultato beneficia della plusvalenza di 309 milioni sulla cessione di Popolare Vita, che ha spinto anche i risultati della controllata UnipolSai, il cui utile è salito del 129,3% a 647 milioni. La raccolta di Unipol è scesa dell’1,1% a 6,26 miliardi ma è cresciuta del 4,8% al netto delle attività cedute e il comparto assicurativo ha visto l’utile ante imposte salire del 46,9% a 852 milioni. Nel semestre l’indice di solvibilità di gruppo è sceso dal 166% al 160%, risentendo dell’allargamento dello spread sui Btp. Il settore bancario registra un utile lordo di 18 milioni (-940 milioni nel 2017) mentre UnipolReC, la società in cui Unipol ha conferito 3 miliardi di npl, vede calare di 198 milioni di euro i crediti deteriorati, con riprese di valore per 14 milioni.

A Fico un quattrostelle con duecento camere

Il Fondo Pai-Parchi agroalimentari italiani di Prelios ha siglato un accordo con Starhotels per l’affitto del nuovo hotel di Fico Eataly World a Bologna. L’accordo delinea gli impegni e la struttura dell’operazione fino al completamento dell’albergo, incluso il contratto di locazione che sarà formalmente sottoscritto da Starhotels alla consegna dell’immobile, prevista nel dicembre 2019. Il nuovo hotel è un 4 Stelle superior e nascerà dal recupero dell’ex Mercato Florovivaistico di Bologna. Progettato dallo studio Iosa Ghini Associati, avrà struttura e interni ecosostenibili. Sviluppato su una superficie di circa 11.000 metri quadrati, l’albergo ospiterà circa 200 camere, meeting e conference room, area colazioni e caffetteria, reception, uffici, tre piscine, fitness center e spa.

Bio-on «accende» la fabbrica digitale

È entrato in esercizio il nuovo polo produttivo Bio-on con un sistema di controllo e supervisione di Siemens per sviluppare l’industria 4.0 nel settore della bioplastica. La fabbrica di Castel San Pietro Terme (Bologna) è nata seguendo un percorso innovativo, partito dalla creazione di un modello digitale che ha permesso una simulazione virtuale ancora prima che iniziasse la produzione reale. Un progetto voluto per rendere più efficiente il processo produttivo e azzerare gli errori. Ora il polo si candida ad essere uno esempio di Industria 4.0 nel settore della chimica verde e della bioplasticaPHAs (poli-idrossi-alcanoati). «Basta con il dominio del ferro sul software – ha commentato Marco Astorri, presidente e Ceo della società attiva nel settore della bioplastica biodegradabile – la progettazione industriale deve essere al servizio dell’automazione: solo così si può fare vera efficienza, non solo energetica ma anche ottimizzazione di impianti».

BIO ON inaugura il primo impianto e spicca il volo a Piazza Affari

E’ stato inaugurato a Castel San Pietro Terme il nuovo stabilimento della Bio On nel quale saranno prodotte bioplastiche speciali  per cosmesi, farmaceutica e disinquinamento. L’impianto è costato 20 milioni di euro ed è stato realizzato in circa un anno di lavoro, riconvertendo una fabbrica di yogurt dismessa. A regime darà lavoro a 90 dipendenti qualificati e potrà produrre fino a duemila tonnellate annue di polimeri di origine vegetale, biodegradabili al 100%. La società fondata da Marco Astorri e quotata in Borsa dal 2014 ha già stretto numerosi accordi di licenza per le sue tecnologie, ma a partire dall’impianto di Castel San Pietro, è intenzionata anche a produrre in proprio o a lanciare nuovi prodotti con società di scopo in joint venture con partner industriali del settore plastico. La notizia ha ulteriormente spinto il titolo in Borsa che è ormai a ridosso dei 60 euro (+13% circa nell’ultima settimana) con una capitalizzazione totale superiore al miliardo di euro.

Piquadro rileva da Richemont la maison parigina Lancel

Il gruppo di pelletteria Piquadro di Gaggio Montano ha rilevato lo storico marchio parigino del lusso Lancel International dal Gruppo Richemont. La Maison Lancel, con sede a Parigi e fondata nel 1876, crea e distribuisce pelletteria di lusso e accessori per uomo e donna con una rete di 60 negozi a gestione diretta e 11 in franchising. Quale prezzo per l’acquisizione, Richemont riceverà una quota degli utili realizzati dal Gruppo Lancel nei dieci anni successivi al closing; la quota complessiva di utili che potrà essere destinata a Richemont in base a tale meccanismo non potrà eccedere i 35 milioni di euro.