Ferretti cresce a due cifre e prevede 80 nuove assunzioni

Gruppo nautico Ferretti, rilevato nel 2012 dai cinesi di Weichai, cresce a due cifre: ebitda 2017 a 59 milioni, +11% rispetto al 2016. Lo ha reso noto lo stesso gruppo in occasione delle celebrazioni a Venezia per il 50esimo anniversario del marchio Ferretti Yachts. Dopo la crisi che lo ha portato solo nel 2016 al primo utile dal 2008, nel 2017 il risultato netto ha fatto un balzo del 71% a 24 milioni mentre il valore di produzione è stato pari a 623 milioni (+11%) e l’outlook per il 2018 è di 704 milioni. Per questo nel piano 2018-2020 sono previste 80 nuove assunzioni.. Fondato nel 1971 dai fratelli Alessandro e Norberto Ferretti, il gruppo è detenuto oggi per l’87% da Weichai e per il 13% dalla F Investments della famiglia Ferrari. Rientrano nel gruppo i marchi Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, Crn e Custom Line.

Gruppo Hera più sostenibile. Giù i consumi e le emissioni

Gli equilibri del pianeta dipendono dall’azione di tutti. La stessa economia circolare non è più pensabile in termini di pura gestione dei rifiuti e deve abbracciare l’ecodesign, il mantenimento delle risorse in uso e la rigenerazione del capitale naturale. Di questo si è discusso alla presentazione del bilancio di sostenibilità 2017 di Hera. Il Gruppo ha ridotto i propri consumi del 3,6% rispetto al 2013 e l’impronta di carbonio derivante dalla propria produzione di energia del 16% rispetto al 2015.

FICO Eataly World inzia a carburare con 1,5 milioni di visite in sei mesi

Quasi 1,5 milioni di visitatori, per tre quarti provenienti da fuori Bologna e per l’8% dall’estero, che hanno generato un fatturato di 25,9 milioni di euro per fabbriche, ristoranti, botteghe, corsi, servizi. Sono i dati dei primi sei mesi di apertura del parco Fico Eataly World a Bologna, diffusi dall’ad Tiziana Primori. «Parliamo finalmente con i fatti – ha affermato il sindaco di Bologna, Virginio Merola – stiamo andando bene, dobbiamo continuare ad insistere con un lavoro di lunga lena e con ottime prospettive se sapremo perseverare con il lavoro di squadra». «Fico – ha detto Primori – sta lavorando attentamente sia sul mercato italiano, sia su quelli europei ed extraeuropei, attraverso un piano di comunicazione e promozione mirato e diversificato. Sull’estero, siamo particolarmente impegnati sui mercati americano, russo, cinese e, in Europa, tedesco e francese».

Vacchi, Storchi e Palmieri nuovi cavalieri del lavoro

Il bolognese Alberto Vacchi, presidente di Ima e presidente di Confindustria Emilia Centro, il reggiano Fabio Storchi, fondatore e presidente di Comer Indfustries ed ex presidente di Federmeccanica e il bolognese Marco Palmieri, fondatore e presidente della Piquadro di Gaggio Montano sono i tre imprenditori emiliano-romagnoli appena nominati dal Quirinale nuovi Cavalieri del Lavoro.

Confindustria Emilia Centro si ristruttura per filiere

Non sono più i settori e i distretti, bensì le filiere, lo scheletro dell’industria emiliano-romagnola. Ne prende atto Confindustria Emilia Centro che si riorganizza appunto sulla base delle 20 più importanti filiere bolognesi, modenesi e ferraresi. Per ciascuna, una “carta d’identità” che le circoscrive, un presidente che le rappresenta, una segreteria, 35 delegati. E un’istantanea su caratteristiche, performances, peso specifico rispetto all’universo industriale italiano scattata dall’«Osservatorio di filiera» realizzato con la consulenza di Crif su un database di oltre 4 milioni di società con fatturati superiori ai 100 mila euro. Come spiega il presidente Alberto Vacchi, cambia la governance interna  con l’obiettivo di ricalibrare attività, progetti, servizi su misura della nuova realtà; ma «cambiano anche gli strumenti di lettura del tessuto produttivo».

In regione debutterà la formula Condhotel

Entro i prossimi due anni, nelle strutture alberghiere dell’Emilia-Romagna si potranno acquistare o affittare unità abitative. Si tratta della formula «Condhotel», una tipologia ricettiva già operativa soprattutto negli Usa e in Nord Europa, che permette agli albergatori di vendere ai privati parte delle stanze della propria struttura ottenendo risorse da reinvestire. La coesistenza tra camere in affitto e appartamenti venduti viene garantita da una gestione unitaria, spiegano in Regione. In pratica chi acquista potrà godere dei servizi alberghieri, dalla reception alla piscina, ma sarà obbligato a fare gestire l’appartamento dall’albergatore se non lo utilizzerà (vietato il subaffitto). Con queste risorse, i gestori degli hotel potranno riqualificare le strutture esistenti, acquisendo magari una classificazione superiore. Cosa che potrebbe servire per rilanciare grandi alberghi in zone pregiate della Riviera, dell’Appennino o in località termali che al momento sono chiusi, anche da decenni».

Investimenti e concorrenza: Coop Alleanza 3.0 va in rosso

Un «rosso» di 37,6 milioni, e un calo delle vendite dell’1,6% sul 2016. Sono i numeri del secondo bilancio di Coop Alleanza 3.0, il colosso dei supermercati con sede a Bologna e nato nel 2016 dalla fusione di Coop Adriatica, Estense e Nordest. In una lettera inviata ai soci, però, il presidente Adriano Turrini collega i dati negativi ai tanti investimenti fatti nel corso del 2017, alle ristrutturazioni dei negozi, alle novità introdotte nell’organizzazione ma anche all’aumento della concorrenza in alcune piazze storiche di attività, compresa l’ Emilia-Romagna. «Il nostro piano strategico 2017-2019 — si legge nella lettera — prevedeva numerosi investimenti per lo sviluppo della cooperativa, mettendo in conto una perdita in attesa di segnali incoraggianti dai progetti intrapresi. Abbiamo affrontato lunghe e complesse ristrutturazioni dei negozi e rinnovato gli assortimenti per rispondere ai nuovi bisogni di soci e clienti». Nonostante la perdita di 37 milioni, «sostanzialmente in linea con quanto previsto», prosegue Turrini, le vendite sono in aumento «grazie al contributo di Easycoop e della rete del franchising, ma non tutti gli investimenti fatti hanno dato ancora i risultati attesi».

Ricambio in Fondazione Carisbo. Monti in pole per la presidenza

Nominato dal collegio di indirizzo il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna che resterà in carica per quattro anni. I consiglieri eletti, provvederanno alla nomina del presidente della Fondazione in sostituzione di Leone Sibani. A comporre il consiglio – si legge in una nota – Paolo Cacciari, già direttore sanitario degli Istituti Ortopedici Rizzoli e direttore generale del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi; Maria Luisa Casini, insegnante di scuola secondaria di II grado in quiescenza; Antonio Gaiani, commercialista già componente del collegio dei revisori della Fondazione; Marco Maria Mattei, professore associato di Economia aziendale al dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bologna; Carlo Monti, riconfermato come membro del cda uscente e in pole per la presidenza, già primario di Radiologia degli Istituti Ortopedici Rizzoli; Patrizia Pasini attiva in ambito sociale; Sergio Stefoni, riconfermato come membro del cda uscente, professore emerito di Nefrologia dell’Università di Bologna.

 

Fiera di Bologna studia lo spin off immobiliare

Bilancio in ripresa, scissione di immobili con la gestione in due diverse società e infine l’acquisto di una serie di terreni. Il consuntivo della Fiera di Bologna presentato in assemblea  racconta di numeri positivi. A parte il capitolo dei conti, a tenere banco è la riorganizzazione societaria di BolognaFiere, con lo scorporo del patrimonio immobiliare: lo spin-off separerebbe l’attività caratteristica (vale a dire l’organizzazione delle manifestazioni) dai muri del quartiere. L’ipotesi, dunque, è la nascita di due società gemelle (con gli stessi azionisti di oggi) che poi seguirebbero percorsi paralleli. Nel frattempo via Michelino è concentrata su altri acquisti: sono i terreni a nord della Fiera che dovrebbe comprare a un prezzo molto scontato rispetto alla prima valutazione di 6 milioni euro.

Mercatone uno si salva con la vendita “spezzatino”

Sono due gli acquirenti individuati dai commissari straordinari di Mercatone Uno a conclusione della procedura di vendita dell’azienda imolese: Shernon Holding e Cosmo., Shernon Holding – società costituita da imprenditori del settore che garantirà la continuità dell’attività e dell’insegna Mercatone Uno – acquisirà 55 punti vendita oltre al marchio, alla logistica e alla sede; Cosmo, attiva con il marchio Globo, acquisirà altri 13 punti vendita. L’esito della procedura di vendita – spiega una nota – «consentirà la continuità aziendale e la salvaguardia di oltre 2.000 posti di lavoro».