Fondazione Carisbo: Sibani si dimette, anzi no

Continuano le controversie all’interno della Fondazione Carisbo, con le dimissioni, subito ritirate, del presidente Leone Sibani. Dimissioni «irrevocabili»,poi revocate durante un cda urgente che ha sollecitato Sibani a proseguire: la sua scelta era stata dettata dalla redistribuzione di alcune deleghe di peso ad altri esponenti del consiglio di amministrazione (gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, rapporti con le altre fondazioni e con l’Acri, relazioni con le istituzione cittadine). Una sorta di commissariamento, l’ultimo schiaffo di un organismo ostile al suo presidente. «Il consiglio di amministrazione della Fondazione, convocato da Sibani, ha confermato la collegialità operativa quale strumento condiviso per i diversi ambiti di intervento della Fondazione stessa, nel rispetto della rappresentanza statutaria», si legge nella breve nota diffusa al termine della riunione. «Il presidente Sibani ha comunicato la revoca delle dimissioni in ragione della fase di significativo impegno che attende la Fondazione nell’ultimo anno di incarico del consiglio di amministrazione», prosegue il comunicato stampa. «Mi sento un presidente con i pieni poteri. L’equivoco nasce dal fatto che si è parlato di sottrazioni di compiti al presidente che di fatto non sono avvenute. I compiti definiti dallo Statuto non vengono toccati», afferma il banchiere. La Fondazione ha inoltre approvato il bilancio 2016, con un utile da oltre 26 milioni di euro, quasi doppio rispetto al 2015 e un patrimonio netto in crescita a 766 milioni di euro. L’attività erogativa ha portato 263 interventi per un totale di 15,6 milioni di euro assegnati.