Marchesini e Vacchi soccorrono Stampi

Una luce in fondo al tunnel per la Stampi group di Monghidoro. Il numero uno di Ima, Alberto Vacchi, e il presidente di Marchesini group, Maurizio Marchesini, hanno presentato una proposta di affitto di ramo d’azienda al curatore fallimentare, Antonio Gaiani. I due industriali del packaging (Vacchi guida Unindustria, mentre Marchesini la Confindustria regionale) hanno in mente di riconvertire la produzione dell’azienda che si occupava di bobine elettromagnetiche e ora entrerà a pieno titolo nella filiera della macchine per l’imballaggio. Così una piccola parte degli attuali 84 lavoratori riprenderà a lavorare. Per gli altri, invece, l’affitto del ramo d’azienda farà scattare la possibilità di accedere a due anni di cassa integrazione.

Bonifiche Ferraresi apre il capitale a Cdp

Prende forma il progetto di agricoltura 4.0 di Bonifiche Ferraresi. Ambizioni che passano da acquisizioni e movimenti in Borsa grazie all’entrata in società di nuovi soci. Il gruppo ha già chiuso l’acquisto della Bonifiche Sarde Spa, grazie alla quale ha aumentato la propria capacità di altri mille ettari di terreno e nuove operazioni in entrata sono previste anche in Puglia e Sicilia. Da subito si è invece registrato l’ingresso nella controllante BF Holding della società Cdp Equity, facente parte del gruppo Cassa depositi e prestiti: l’operazione ha portato a un aumento di capitale da 60 milioni di euro e al lancio di un’Opas sul flottante per consentire il delisting del titolo azionario e sostituirlo in Borsa.

Caricento in trincea contro le sofferenze

Un utile netto di 1,7 milioni di euro nel 2016 per la Cassa di Risparmio di Cento che proporrà agli azionisti un dividendo di 6 centesimi per azione. L’istituto emiliano ha dovuto versare 3,8 milioni ai mutualistici fondi bancari, senza i qusli l’utile sarebbe salito a 5,9 milioni. Stabili sul miliardo e 800 milioni gli impieghi totali mentre le sofferenze sono scese del 7% con un rapporto di copertura che sale al 66,5%.«Siamo una banca che combatte» ha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, il presidente di Caricento.

Unieuro verso la borsa, debutto entro aprile?

Unieuro, la catena italiana di elettronica di consumo con una rete di circa 459 punti vendita (179 negozi diretti e 280 affiliati), ha annunciato l’acquisizione del’’operatore online Monclick per un valore di 10 milioni di euro. Ma a tenere banco è soprattutto l’annunciata quotazione in Borsa: secondo quanto riportato da Milano Finanza, la società avrebbe accelerato nel processo di quotazione a Piazza Affari. L’obiettivo sarebbe infatti quello di debuttare sul segmento Star della Borsa italiana entro la prima metà di aprile. Il collocamento dovrebbe avvenire attraverso un’Opv (vendita di azioni degli attuali soci), che porterebbe sul mercato tra il 35% e il 40% del capitale.

Fercam-Artoni in bilico, decisione a metà mese

E’ saltata, per ora, la fusione tra la Artoni e la sudtirolese Fercam. Una situazione che potrebbe creare gravi difficoltà all’azienda reggiana. Lo scontro si è profilato quando Fercam ha annunciato di voler assorbire solo una parte dei 581 dipendenti Artoni, tagliando l’organico di 170 unità e scatenando le proteste dei sindacati. «La fusione Artoni-Fercam non si farà _ ha dichiarato Thomas Buamgartner, presidente dell’azienda sudtirolese _. Un mese fa se ne poteva discutere; ora l’azienda reggiana sta colando a picco e l’affare non è proponibile. Non ci interessa più». Parole, queste, che Fercam si è parzialmente rimangiata dopo un incontro al Mise venerdì 4 marzo a seguito del quale le parti si sono date tempo fino a metà mese per riprendere il negoziato.

Unipol valuta l’ipotesi bad bank

Il gruppo Unipol ha registrato nel 2016 un utile netto di 535 milioni di euro, in calo rispetto ai 579 milioni del 2015 che «avevano beneficiato in modo straordinario della gestione finanziaria», come sottolineato da una nota ufficiale. La raccolta diretta assicurativa si attesta a 14,8 miliardi, in calo del 10,1% e si suddivide tra 7,8 miliardi (-0,9%) nei danni e 7 miliardi nel vita (-18,6%). Il settore bancario segna un risultato economico lordo positivo per 7 milioni di euro (+10,8%), mentre il risultato ante imposte del settore immobiliare è negativo per 22 milioni, ma in miglioramento rispetto alla perdita di 95 milioni del 2015. Secondo quanto riferito dal consigliere delegato, Carlo Cimbri, il gruppo Unipol potrebbe procedere a «uno scorporo societario» delle attività di recupero e gestione crediti deteriorati «creando una banca in bonis e una bad bank sotto il controllo di Ugf».

Chiesi in Francia investe 22 milioni

Il gruppo Chiesi investe 22 milioni di euro nel sito francese di Chausee-Saint-Victor in una nuova linea produttiva per il trattamento dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una patologia cronica polmonare. L’investimento ha permesso in particolare di raddoppiare la superficie dell’impianto, che conta 90 addetti e punta ad esportare oltre 20 milioni di euro di prodotti all’anno (5 milioni nel 2015).

Datalogic archivia un anno da record

Datalogic festeggia un 2016 da record. L’ultimo trimestre è stato tra i migliori della storia del gruppo, con una crescita dei ravi del 7,6% a 155 milioni di euro, mentre il 2016 è andato in archivio con i ricavi a 576 milioni di euro (+7,7%). Gli ordini nel trimestre sono stati di 161 milioni di euro, in crescita dell’1,7%, quelli dell’intero anno 586 milioni. I risultati saranno esaminati dal cda fissato il 10 marzo.

Lactalis con un’Opa cancella Parmalat

Dopo aver ottenuto il via libera dalla Consob, l’Offerta pubblica di acquisto su Parmalat lanciata dalla francese Lactalis, che già possiede l’87,74% dello storico marchio emiliano, ha scatenato la reazione dei piccoli azionisti della società. L’offerta, avanzata a 2,8 euro per azione, è iniziata il 9 febbraio e terminerà il 10 marzo. Ma una perizia di Intermonte commissionata dai fondi Amber, Gamco e dai piccoli azionisti di Azione Parmalat, boccia l’Opa di Lactalis su Collecchio e mette in dubbio la congruità del prezzo a cui i francesi vorrebbero liquidare i soci di minoranza e procedere al delisting del gruppo alimentare.

Bper si consolida e compra la Carife

Un 2016 difficile e un dividendo quasi dimezzato per Bper che frattanto ha formalizzato l’acquisto di Nuova Carife per il prezzo simbolico di un euro. L’utile netto è sceso a 14,3 milioni rispetto ai 220,7 milioni del 2015. Senza i 100 milioni versati ai Fondi di  sostegno delle banche in difficoltà l’utile d’esercizio sarebbe stato di  71,5 milioni euro. Sulla base dei dati di bilancio, l’istituto ha deciso di proporre ai soci un dividendo di 6 centesimi ad azione rispetto ai 10 centesimi dell’anno precedente. La banca di via San Carlo ha però rafforzato i parametri di capitale (Cet1 al 13,8%), aumentato la copertura dei crediti deteriorati, migliorato la gestione degli stessi e aumentato gli impieghi alla clientela del 4,1%. In vista dell’assemblea dell’8 aprile, frattanto, i soci riuniti nell’associazione Bper Valore&Valori hanno dato vita a un patto di sindacato che vincola il 4,64% del capitale. Si chiama «Patto dei soci storici», è presieduto dal costruttore ravennate Giorgio Pulazza e si prefigge di appoggiare l’attuale management. Presto potrebbe ampliarsi fino a raggiungere il 6% circa del capitale, superando Unipol che detiene il 5,01% della banca.