Apre Fico. Gentiloni: «Questa e’ l’Italia»

«Fico è l’Italia». Con questo messaggio del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, Bologna ha salutato l’apertura di Fico, il «parco agroalimentare più grande del mondo» nato dalla collaborazione tra il Caab e Eataly. In via Paolo Canali trovano spazio i 10 ettari della Disneyworld del cibo, di cui 2 di campi e stalle all’aria aperta e 8 coperti, poi 40 fabbriche dove seguire la produzione di eccellenze della gastronomia italiana e 45 punti ristoro: dagli chef stellati a botteghe tradizionali: L’ambito scientifico è invece curato dalla collaborazione tra quattro università. Fico si si propone anche di diventare sede congressuale con una struttura adibita per ospitare dalle 50 alle 1.000 persone. Le stime più ottimistiche di Oscar Farinetti, numero uno di Eataly, puntano a raggiungere i 6 milioni di visitatori l’anno a pieno regime. Nel frattempo a tenere banco sono stati i problemi legati ai trasporti: dal servizio navetta di collegamento con la stazione ritenuto troppo costoso e poco adatto per i lavoratori del parco, ai nodi della mobilità della zona da risolvere.

Ribaltone alla GD: USB è il primo sindacato

Ribaltone sindacale alla Gd. La Fiom non è più la prima sigla e il sindacato di base Usb entra in via Battindarno dalla porta principale. Dopo il referendum sul contratto integrativo che aveva visto l’accordo firmato da Fim, Fiom e Uilm passare per il rotto della cuffia (e con le proteste dei contrari perché il voto non era stato concesso ai dipendenti in trasferta) l’Usb puntava al colpaccio nel fortino delle tute blu Cgil. Un risultato storico che è arrivato: gli scrutini delle 1.246 hanno visto la vittoria del sindacato di base per 80 voti: 547 contro i 467 della Fiom. Per i vertici Usb si è trattato di un «risultato storico», secondo i confederali ha invece prevalso «il populismo sindacale».

 

Integrativo modello alla Gd, ma i lavoratori si spaccano

Alla fine l’attesissimo referendum consegna una Gd spaccata esattamente a metà. Nella più grossa azienda metalmeccanica bolognese il nuovo accordo integrativo (firmato da Fiom, Fim e Uilm) passa, ma solo per 27 voti: tra i contenuti Orario di lavoro deciso in maniera autonoma, fino a 12.000 euro di premio di risultato spalmati su quattro anni, scuole medie e superiori pagate dall’azienda. Il quasi ribaltone che ha del clamoroso in un’azienda che storicamente è un fortino delle tute blu della Cgil. Su 1.800 lavoratori aventi diritto hanno votato in 1.462: i risultati dicono 708 No contro 735 Sì. L’accordo — definito dai confederali come il più innovativo della provincia bolognese con la novità dell’introduzione degli orari flessibili — è passato per pochissimo. «L’ipotesi di accordo ha ottenuto il consenso sia pure risicato della maggioranza dei lavoratori — scrivono le tre sigle in una nota –, ma è evidente che il voto segnali forti criticità che ora vanno capite e risolte facendo tutto il possibile e individuando le ragioni del disagio tra i dipendenti». Tra le altre cose, l’intesa prevede che i dipendenti iscritti a scuole serali avranno tasse d’iscrizione e libri di testo pagati dall’azienda, oltre a un numero di ore mensili di permesso retribuito. Chi è iscritto all’Università avrà 40 ore di permesso per esame. I premi di risultato potranno arrivare a un massimo di 2.900 euro nel 2018, 3.000 nel 2019 e nel 2020, 3.100 nel 2021. Tra i punti dell’accordo c’è la presenza tavoli di confronto periodico, a partire da febbraio 2018, sui progetti che riguardano l’industria 4.0. Una piattaforma che, però, non ha convinto del tutto i lavoratori. E così i sindacati di base dell’Usb — che dentro Gd conta circa un centinaio di iscritti — festeggiano la quasi bocciatura dei confederali. «Su questo risultato ha influito la gestione autoritaria e poco trasparente della trattativa — sottolinea l’ex dirigente Fiom Sergio Bellavita, ora sindacalista dell’Usb —. I lavoratori sono stati informati solo all’ultimo sui reali contenuti dell’accordo, tant’è che prima della firma circolavano solo foto con pezzi del testo, poi cambiati. È stato questo a far infuriare i dipendenti, e lo si può vedere dai numeri del referendum».

Golinelli: il mio patrimonio per far sognare i giovani

Inaugurato il Centro arti e scienze Golinelli, prende forma la «Città per la conoscenza e la cultura» all’Opificio Golinelli. Struttura alta otto metri e di 700 metri quadrati (che si aggiungono ai 9.000 dell’Opificio) progettata dall’architetto Mario Cucinella e realizzata dalla bolognese Nbi del gruppo Astaldi: si tratterà di un’accademia dove arte e scienza si mischieranno. Fino al 4 febbraio ospiterà «Imprevedibile», una mostra su «Essere pronti per il futuro senza sapere come sarà» con i lavori di 16 giovani artisti italiani e stranieri. Ma il fondatore Marino Golinelli, 97 anni, ha spiegato che vuole lasciare «un’eredità per il sogno dei giovani» con il progetto ultradecennale Opus 2065 «per un passaggio fondamentale della Fondazione» a cui «ho già donato 85 milioni di mie risorse personali – ha detto – e a cui lascerò un’altra parte importante del mio patrimonio per progetti futuri».

La regione candida il Brasimone per il superreattore a fusione

L’Emilia-Romagna si candida a ospitare nella sede Enea del lago Brasimone, sull’Appennino bolognese, l’impianto dimostrativo per testare la produzione di energia usando la fusione nucleare. Un progetto di mini-reattore, studiato a livello europeo. Con una delibera approvata dalla Regione si è deciso di candidare l’Emilia-Romagna «a essere la regione ospitante dell’impianto pilota da realizzarsi nell’ambito del progetto Divertor Tokomak test», in fase di valutazione da parte della Ue. Il progetto comporta un investimento di sette anni, oltre ad attività sperimentali per 25 anni. Avrebbe quindi un «impatto consistente dal punto di vista socio-economico sul territorio montano coinvolto», per la costruzione del reattore e per il suo funzionamento. Nel complesso il progetto vale 500 milioni di euro, comprese le fasi di ricerca, progettazione, sperimentazione e installazione dell’impianto pilota. Alla Regione è richiesto di contribuire al budget complessivo di 15 milioni di euro nell’arco dei sette anni, che l’Emilia-Romagna è dunque pronta a stanziare nei prossimi bilanci se la candidatura dovesse andare in porto.

Zivieri, nuovo laboratorio per il macellaio degli chef

Con una festa alla quale hanno partecipato centinaia di persone, nella zona industriale di Zola, la macelleria Zivieri di Monzuno ha inaugurato il suo nuovo laboratorio di lavorazioni di carni con negozio in via Dozza e che ha portato all’assunzione di 14 dipendenti. Uno spazio di oltre cinquecento metri quadrati di superficie in cui il macellaio degli chef ha esteso la sua attività di trasformazioni delle carni di eccellenza distribuite un po’ in tutta Italia, e che da metà novembre sarà la base operativa per la fornitura del «Teatro della carne» e altri locali di Fico.

Fico prende forma, i collegamenti dividono

È scattato il conto alla rovescia per l’apertura di Fico, il parco agroalimentare realizzato nell’area del Caab di Bologna, nato dalla collaborazione con il patron di Eataly, Oscar Farinett: il 15 novembre si partirà. Stalle, orti e spazi stanno gradualmente prendendo forma, così come gli oltre quaranta punti di ristorazione ideati all’interno della «Disneyworld del cibo», per la quale continuano ad essere annunciate visite annuali pari a 6 milioni di visitatori. Nel frattempo in città ha tenuto banco il dibattito sul piano di collegamenti messo a punto da Comune e Tper per raggiungere la struttura: la delibera è stata approvata dal Consiglio comunale. La novità è la navetta che servirà la tratta stazione centrale-fiera e Caab al prezzo di 5 euro (corsa singola) o 7 euro (andata e ritorno in giornata): tariffe che hanno creato polemiche per i prezzi alti, anche se accompagnate da ulteriori pacchetti. «Si tratta di un servizio pensato per i turisti, le due linee di trasporto pubblico 35 e 55 rimarranno per chiunque vorrà usarle». Anche l’ampia disponibilità di parcheggi (2.500 posti con le prime due ore gratuite) hanno creato polemiche per la grande disponibilità data all’uso dell’auto privata.

Holding regionale fiere, la regione vuole stringere

«La Regione, insieme ai territori, attende la concretizzazione del percorso per arrivare quanto prima alla realizzazione di un’unica holding regionale del sistema fieristico. Accolgo con piacere gli stimoli ad accelerare il percorso. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti». Così l’assessore regionale alle Attività produttive,
Palma Costi, dopo l’appello del presidente di Italian Exhibition Group (società fieristica frutto dell’integrazione tra Rimini Fiera Spa e Fiera di Vicenza Spa), Lorenzo Cagnoni. «La Regione – prosegue la Costi – è stata promotrice del progetto per arrivare a costruire una società fieristica regionale. È un obiettivo che, com’è noto, ci siamo dati fin dall’inizio della legislatura. I poli fieristici hanno presentato bilanci in attivo il che ci fa capire il potenziale di crescita, ora la palla passa ai rispettivi presidenti».

Investimenti e assunzioni, l’ Emilia-Romagna corre

L’economia regionale è ormai ad un passo dal ritornare ai livelli pre-crisi. L’ottimismo è testimoniato dall’incremento dei prestiti a medio-lungo termine destinati all’acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, cresciuti nel secondo trimestre del 4,9%, anche grazie al credito d’imposta garantito da Industria 4.0. Anche l’occupazione continua ad aumentare. Per questo Confindustria chiede di tenere la barra dritta rispetto alle azioni intraprese dal governo in materia di sostegno allo sviluppo economico. Per il resto, parlano i numeri: il Pil regionale a fine anno dovrebbe crescere dell’1,8-1,9% (per la Germania è previsto un 2,2%, l’Italia si fermerà all’1,4%). L’industria ha quasi recuperato i livelli pre-crisi, accrescendo il proprio peso sul valore aggiunto regionale (26,2%), segno che la manifattura ancora rappresenta il motore dell’economia regionale, capace di trascinare il sistema dei servizi. L’occupazione torna a crescere in questi tutti i settori del manifatturiero, con punte del +4,9% nel comparto «alimentari e bevande».

Il Marconi cresce ancora: saliti del 6,7% i passeggeri

Sono stati circa 6,3 milioni i passeggeri complessivi transitati all’aeroporto Marconi di Bologna, con un incremento del 6,7% sullo stesso periodo del 2016. È quanto emerge da una nota dello scalo emiliano secondo cui i movimenti sono stati 51.268, con una crescita del 2,6% mentre le merci totali sono aumentate del 14,1%, con 31.083 tonnellate trasportate. Il mese di è stato il terzo consecutivo sopra quota 800.000 passeggeri. Le tre destinazioni preferite di settembre sono state Francoforte, Catania e Barcellona seguite da Parigi-Charles De Gaulle; Londra-Heathrow; Madrid, Palermo, Monaco e Bucarest.