Investimenti & turismo: è «Welcome China»

Sono già 14 in Emilia-Romagna le aziende controllate da capitali cinesi. Ma si attende un vero boom di investimenti e di visite di piacere nei prossimi anni, tanto che la Regione lancia un programma di accoglienza su misura per i viaggiatori provenienti dal Celeste Impero. In prima fila l’Aeroporto Guglielmo Marconi

E’ il secondo maggiore investitore del mondo subito dopo gli Usa e prima della Germania e del Giappone. Ma è anche il Paese – immenso – da dove arrivano le più importanti opportunità di sviluppo per il turismo europeo e per quello italiano. Anche per l’Emilia-Romagna la Cina costituisce, e non da ora, una grande scommessa. Non solo per quanto riguarda gli investimenti nel sistema manifatturiero ma anche per l’industria delle vacanze. Tanto che Bologna, prima in Italia, ha voluto adeguarsi agli standard  di servizio previsti dalla certificazione Welcome Chinese, dotandosi di un “bollino”  di qualità che garantisce una città a misura di turista cinese, dalle indicazioni segnaletiche all’arrivo all’aeroporto Marconi (tradotte in ideogrammi), a vari servizi come l’acqua calda gratuita per il tè e i terminali Pos collegati a Union Pay. Qualche numero aiuta a capire perché il capoluogo emiliano ha puntato sul sodalizio con la China Tourism Academy, emanazione del ministero del Turismo del gigante asiatico. Nel solo 2016 i cinesi che hanno visitato l’Europa e il resto del mondo sono stati 122 milioni e i loro consumi hanno raggiunto la quota di quasi 110 miliardi di dollari. Una capacità di spesa che tende progressivamente ad aumentare così come le presenze turistiche targate Cina che, nel mondo, sono destinate a moltiplicarsi nei prossimi cinque anni fino a raggiungere i 700 milioni, come è previsto dalle proiezioni statistiche che fanno del Paese asiatico una delle più importanti occasioni per lo sviluppo del turismo anche in Italia e in Emilia Romagna. Una vera e propria avanzata che va di pari passo con gli investimenti che le grandi compagnie pubbliche e private della Cina da anni stanno realizzando lungo la via Emilia, dove sono già 14 le aziende la cui proprietà ha cambiato bandiera e che oggi hanno come punto di riferimento metropoli come Pechino, Shanghai, Hong Kong. Tra le acquisizioni più rilevanti basta ricordare il passaggio di mano di uno dei gioielli internazionali della nautica di lusso, Ferretti Yachts di Forlì, da alcuni anni sotto il controllo del gruppo Shig- Weichai, che con una operazione da 374 milioni di euro ha rilevato il più importante produttore italiano di imbarcazioni di altissima gamma. Si sono da poco sfilati da Omas, lo storico marchio bolognese delle penne di alta qualità, i cinesi di Xinyu Hengedeli, base a Hong Kong, che nella ricerca di brand del lusso affermati a livello globale hanno negoziato con la multinazionale francese LVMH (Louis Vuitton) per incamerare uno dei portabandiera della produzione di nicchia made in Italy di massima qualità. Il big cinese Foton Lovol Ltd, colosso asiatico della meccanica agricola, è invece ai posti di comando di Goldoni Spa, l’azienda di Migliarina di Carpi, nel Modenese, che, fondata nel 1926, ha contribuito a scrivere la storia della produzione italiana di trattori con il marchio Universal. Per Foton Lovol, che aveva già rilevato anche un altro storico brand del settore in Emilia Romagna – il marchio piacentino Arbos – il radicamento in Emilia Romagna costituisce il trampolino di lancio per l’espansione nell’Europa Occidentale, in America del Sud e in Africa. Parla cinese anche un altro pezzo pregiato dell’industria reggiana ad alto contenuto di innovazione, la Meta System, che produce prodotti elettronici destinati al settore dell’automotive. L’azienda, che ha due stabilimenti produttivi (oltre a quello di Reggio Emilia, quartiere generale, dispone di una fabbrica a Mornago, in provincia di Varese), è passata sotto il controllo di un altro big cinese, il gruppo Deren, intenzionato a fare dell’Emilia la base per una crescita nell’Occidente capace di portare il fatturato di Meta System a 400 milioni entro il 2020, con un forte investimento sul reparto R&S.  La Cina, impegnata in una profonda riforma del sistema sanitario, sta inoltre mostrando interesse anche per il distretto biomedicale di Mirandola, nel Modenese, uno dei più importanti cluster europei del settore. Interesse che, insieme a numeri in costante incremento,  dà conto delle potenza della Cina, grazie all’aumento del reddito medio della popolazione,  anche nel turismo. Con il Welcome Chinese, Bologna è diventata per i cinesi una delle principali porte d’accesso all’Italia, un Paese che, come ha spiegato l’ambasciatore  Li Ruiyu, parte da una rendita di posizione: è particolarmente noto in Asia per il ricco patrimonio artistico e culturale, per la moda e  per la spessa tradizione enogastronomica. In particolare, con l’accordo, l’aeroporto Marconi è adesso il secondo scalo in Italia certificato dopo quello di Fiumicino, e il quarto in Europa, dopo Parigi e San Pietroburgo. Con la certificazione Bologna parlerà cinese non solo nel terminal aeroportuale, ma anche nei ristoranti, nei musei e negli alberghi.

Natascia Ronchetti